Week 1 Year 2 - Giovedi 11 ottobre 2012
2Il mio Nome è Rosso" di Orhan Pamuk
Sarà la stessa persona che lo allontanò dalla città 12 anni or sono, zio Effendi, a riportare Nero nella lontana ed oscura Istanbul di fine 1500. Un efferato omicidio si è verificato ed il sospetto che sia legato all’opera segreta commissionata dal Sultano ed affidata alla supervisione di zio Effendi, cresce di ora in ora. La coltre di mistero che avvolge l’opera e la segretezza che la interessano non possono venire meno, a tal punto che gli stessi miniaturisti scelti, i migliori 4 della città, oramai rimasti in 3, non avranno mai accesso all’opera intera. Dettaglio che non sembra turbarli più di tanto, immersi come sono nel loro mondo fatto di ideali, forme, colori, ma anche amore ed eros. Le indagini di Nero ci portano in un ambiente esclusivo che ci sarà dato attraversare furtivamente. Una dimensione senza tempo ove regna un silenzio quasi palpabile. E mentre seguiamo Nero per i vicoli oscuri ed insidiosi di una città ridotta in miseria, la sua indagine si intreccia con un’antica passione, fonte di tormento e desiderio irrefrenabile. Lo stesso amore interdetto, che lo tradi già una volta in passato. Questo amore ora gli viene offerto, non più con l’innocente ardire di un tempo, ma come premio. Dovrà trovare l’assassino.
Romanzo che vorrei poter dire “avvincente”. Possiede tutti gli ingredienti per esserlo . omicidi, mistero, suspense, trasgressione, passione. Ricorda un po lo stile usato da Coehlo ne “Il vincitore è solo” poiché il racconto evolve attraverso la testimonianza diretta di ogniuno dei personaggi , quasi fossero monologhi, atti teatrali.
Ma “Il mio nome è Rosso” non è solo un romanzo. In realtà offre talmente tante chiavi di lettura e distrazioni di ogni sorta, che risulta veramente difficile procedere imperterriti e rimanere concentrati sullo svolgimento della trama. E’ un continuo sollecitare l’immaginario con concetti, descrizioni di una profondità e bellezza che costringono il lettore a soffermarsi per apprezzare quell’istante, visualizzare forme descritte nei minimi particolari fino a rivestirle di una propria essenza. Riferimenti storici e religiosi, culture e stili a confronto ma sopratutto arte ed estetica. E poi amore, amore per tutto ciò che è, senziente o non senziente, l’amore per l’ amore stesso, amore per il bello. Una energia tanto mitigata da diventare esplosiva, perché la discrezione la fà da padrona, che Allah non voglia! Rappresentazioni di una raffinatezza e precisione indescrivibili. Come può essere quella di un immenso disegno, ricco di dettagli, sfumature ed estensioni, racchiuso in un chicco di riso. E non è una metafora. Sensazioni, emotività, debolezze e virtu umane, raccontate con tanta disinvoltura quanto semplicità da renderle assolutamente sconvolgenti. A volte c’è veramente da rimanere senza fiato. Questo romanzo ci immerge e trattiene in una dimensiona che vive per esprimere la piu bella rappresentazione di ciò che ci circonda, secondo i canoni dettati da un sistema che vede nell’arte del disegno una attività satanica. Il libro diviene testimone di tutto ciò, fatto monumento all’estetica, all’amore e alla trasgressione che l’autore riesce quasi a nobilitare perché vissuta con umiltà. Strenuamente seducente dall’inizio alla fine. Ammirevoli le abilità di Pamuk il quale esprime un intelletto molto sofisticato, capace di giocare con la psiche del lettore.
by Lalitwist
Nota 1 - a proposito di SUB vedere Lunedi, 5 Dicembre 2011 "Circa un Druido e i suoi funghi"